Miglioramento genetico sostenibile e innovativo per linee di frumento duro adatte alla coltivazione in regime biologico
Authors: Riccardo Esposito, Marta De Santis
DOI: 10.87349/JBUPT/27305
Page No: 33-38
Abstract
Il Progetto ECOBREED, finanziato dall’Unione Europea programma Horizon 2020 con grant agreement No 771367, vuole migliorare la disponibilità di sementi e varietà adatte alla produzione biologica e a basso input. Le attività si concentreranno su quattro specie di colture, selezionate per il loro potenziale contributo per aumentare la competitività del settore biologico, vale a dire grano, patata, soia e grano saraceno. L’unità di ricerca ECOBREED dell’Università della Tuscia, coordinata dal Prof. Pagnotta, assieme al laboratorio della Prof.ssa Ceoloni, si occupa della valutazione e del miglioramento genetico del frumento duro per ottenere linee adatte alla coltivazione in organico. Durante il primo anno (Fig. 1) sono state valutate 72 linee di grano duro, tra cui linee in selezione, varietà antiche e nuove, in terreni organici e poveri, al fine di valutare la loro adattabilità al regime di agricoltura biologica. Nello screening preliminare le linee, scelte far quelle dei partner italiani, austriaci e ungheresi del progetto ECOBREED, sono state valutate nei tre Paesi in un disegno a blocchi randomizzati (RBD), con 2-3 repliche. Le accessioni sono state caratterizzate valutando numerosi parametri morfologici e biochimici tra cui la durata delle fasi fenologiche, l’accestimento, l’altezza della pianta, caratteristiche e area della foglia a bandiera, fertilità e caratteri della produttività, resa, qualità delle semole, resistenza alle ruggini, bruna (Puccinia recondita tritici) e nera (Puccinia graminis tritici), ed all’oidio (Blumeria graminis tritici). Inoltre, l’apparato radicale delle stesse accessioni è stato valutato in serra a Viterbo (Italia centrale), su piante singole allevate in vasi-rete (Fig. 1) in un disegno RBD con cinque repliche. Su tali piante, allo stadio di antesi, è stata valutata l’architettura dell’apparato radicale (RSA) misurando l’ampiezza dell’angolo di diffusione radicale come mostrato in figura 2.



